Cammino a piedi nudi su di una sottile striscia di umida terra, che
lunga si estende oltre il nero orizzonte. Dal cielo scuro, pieno di
nuvole nere, piovono piccole gocce di sangue. Un vento impetuoso mi
sferza il viso e il corpo, ricoperto di una sottile veste, procurandomi
penetranti ferite, come da lama di pugnale.
Continuando a camminare su questo stretto sentiero volgo lo sguardo alla
mia destra. Un profondo burrone, zeppo di morti viventi che si muovono,
si estende infinito. Taluni disperati si strappano i capelli, diversi
ricolmi di angoscia cercano di uccidersi ancora e ancora, altri, con le
mani scorticate, tentano di scalare l’irto e affilato dirupo cercando di
raggiungermi per strapparmi la vita, ma scivolano inesorabilmente verso
il fondo, mentre brandelli di pelle cadono dal loro corpo. Alla mia
sinistra si delinea un immenso lago melmoso da cui affiorano putride
mani che cercano di afferrarmi per le caviglie per farmi inciampare e
per poi trascinarmi nel loro abisso. I loro occhi vuoti mi fissano da
sotto quella superficie opaca e nauseabonda.
Non posso correre. Non posso fare un passo falso. Devo camminare piano,
se non voglio vacillare, cadere e perdere così la mia anima per mano di
quelle orrende creature infernali. Ombre sfuggenti sussurrano nel vento,
tentando di confondermi. Ma proseguo incurante del pericolo, sorda alle
loro voci, senza meta, continuando a seguire quell’unica via che
attraversa questo luogo di morte.
No, non posso arrendermi alla paura. No, non ora. Non ora che sono quasi
alla fine. Un alto grido penetra l’aria. Una lunga nota acuta lasciata
in sospeso, vibrante. Mi tappo le orecchie, ma ormai lei è dentro di me
che continua a stridere.
Un passo dopo l’altro mi trascino. Mancano pochi metri. Sono sfinita.
Quell’urlo straziante cessa, sostituito da una voce suadente che mi
riporta alla mente dolci ricordi e un senso di pace. “Voltati” - mi
sussurra sensuale all’orecchio. È una voce che mi rasserena e mi scalda
il cuore. Una voce che mi sembra conosciuta. Tutto intorno a me si fa
chiaro e sereno. Dal cielo piovono piccoli petali di rosa e orchidea.
Dolci margherite sbocciano sul sentiero rinverdito, insieme a molti
arbusti. Il liquido melmoso alla mia sinistra si trasforma in un limpido
lago azzurro ricco di pesci colorati e la valle a destra si riempie di
folti alberi che formano una vasta foresta. Sorrido felice, senza più
traccia di stanchezza. Decido di voltarmi per ringraziare quella dolce
creatura artefice di tutto questo.
Ma appena mi volto tutto ritorna buio e minaccioso. L’oscurità si
addensa di fronte a me, formando una figura demoniaca, avvolta da un
ampio mantello e il viso coperto da una maschera di morte. Con la voce
maligna gracchia: “Sei mia!” Un dolore lancinante si sprigiona dal mio
petto. Abbasso lo sguardo.
Il sangue scende copioso dalla sua mano che mi ha squarciato il petto e
mi ha ghermito il cuore. Ormai non sento più nulla. Non riesco a
muovermi. Gli occhi si chiudono da soli, senza che io possa impedirlo.
Sento solo molto freddo, il gelo della morte che avanza e poi…
… e poi più nulla!
Nessun commento:
Posta un commento